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Conservativa

Conservativa

La carie è la patologia che più spesso può verificarsi all’interno del cavo orale; a provocarla possono essere una serie di fattori esterni, come una dieta ricca di zuccheri oppure una scarsa igiene orale; infatti sono molte le persone che non sanno come pulire adeguatamente i denti con lo spazzolino; il cavo orale, a causa della sua sensibilità, incorre frequentemente in questa problematica. Tuttavia non c’è da spaventarsi: rispetto al passato, la nascita di nuove tecniche di cura della carie oggi consentono di intervenire in modo poco invasivo; se in passato era quasi obbligatorio sostituire il dente cariato o danneggiato, attualmente grazie alla odontoiatria conservativa è possibile recuperare l’elemento dentale.

 

Che cos’è l’odontoiatria conservativa

L’odontoiatria conservativa è una tecnica che permette la ricostruzione dei denti colpiti da patologie dentali, come la carie, e da piccoli traumi. In tali casi, grazie a questa branca dell’odontoiatria, è possibile ricostruire l’elemento dentale attraverso tre tipi di interventi poco invasivi:

Si chiama conservativa in quanto permette al dente di essere mantenuto il più possibile nella condizione originale, ossia rispettando le strutture dentali che restano, con l’obiettivo di mantenerle funzionali nel tempo. Si tratta di una tecnica non invasiva che permette di recuperare la funzionalità e l’estetica del dente.

 

Quando si ricorre alla conservativa

Prima di spiegare quando si ricorre all’odontoiatria conservativa è bene chiarire che esistono due tipi di carie:

  • le carie superficiali;
  • le carie profonde.

Nel caso di carie superficiali la conservativa prevede l’asportazione della parte più esterna dell’elemento dentale, ossia lo smalto e la dentina, interessato al fenomeno della carie.
Dopo l’asportazione l’odontoiatra procede con l’otturazione del dente attraverso l’utilizzo di materiali compositi. Se i denti sono “da latte”, ossia il problema della carie riguarda bambini ancora piccoli, si usa il compomero: si tratta di un materiale che ricompone il dente restituendogli il fluoro; si applica velocemente senza provocare traumi nel paziente.

Quando si interviene su una carie profonda la ricostruzione della parte mancante è più complessa: in questo caso si procede con una tecnica diversa, ossia con l’intarsio dentale, detta anche ricostruzione a strati; il tessuto danneggiato dalla carie, dunque, viene ricostruito. Si è parlato in precedenza di conservativa applicata a piccoli traumi: un trauma, quale può essere un urto o una caduta, può comportare la perdita di una porzione di dente: in questo caso la conservativa permette di restaurare completamente il dente. Il restauro dell’odontoiatria conservativa può essere diretto o indiretto.

 

Come si effettua la conservativa

Chi non si è mai sottoposto alla conservativa vorrà sapere come si svolge la seduta dall’odontoiatra. Si è parlato nel paragrafo precedente di restauri diretti e indiretti. Il restauro indiretto si effettua quando il danno provocato dalla carie è di piccola o media entità; questa operazione si caratterizza per la velocità con cui viene eseguita: è sufficiente un’ora per ripristinare una situazione di normalità funzionale ed estetica.
L’operazione sul dente avviene quasi sempre in anestesia locale, anche se la dentina e lo smalto non sono innervati. Si asporta la carie e si sagoma la cavità residua; a questo punto si riempie la cavità con il materiale composito, la cui tipologia varia a seconda dei casi; nella maggior parte dei casi si tratta di resine composte. Le tre operazioni elencate, ossia rimozione, sagomatura e modellazione dell’otturazione, si effettuano con frese montate su quello che volgarmente viene conosciuto come trapano. In alcuni casi la ricostruzione viene resa più salda con l’inserimento di perni che vengono avvitati nella radice del dente.

L’intarsio, detto anche restauro indiretto, è la tecnica che si utilizza quando il danno è più grave e la perdita di materiale è molto più estesa. In questo caso occorrono almeno due sedute: durante il primo intervento si rimuove la parte danneggiata, per eliminare la carie; si effettua un’impronta del dente, una sorta di calco per poter procedere alla ricostruzione della porzione del dente mancante.
Tra le due sedute può intercorrere anche un periodo di alcuni giorni; il paziente non avvertirà alcun fastidio perché l’otturazione è molto resistente; durante la seconda seduta si applica la parte di dente ricostruita in laboratorio, che sarà cementificata in modo che si saldi alla perfezione. Il risultato dell’intervento di intarsio è straordinario in quanto si recupera perfettamente sia la funzionalità che l’estetica del dente danneggiato.

 

Conservativa del colletto dentale

La tecnica conservativa si può applicare anche al colletto dentale, ossia a quella porzione di dente compresa tra la radice e la corona del dente. Il colletto è coperto dalla gengiva, ma quando il soggetto soffre di recessione gengivale, tale parte rimane nuda. Se il paziente non interviene in tempo con una cura sarà sottoposto a episodi di sensibilizzazione al caldo e al freddo, fenomeni destinati ad aggravarsi con gli anni. Sono gli incisivi inferiori e superiori, interessati dalla patologia, quelli che celano con più evidenza il problema, causato in molti casi da un uso errato dello spazzolino oppure da malattie parodontali. La conservativa interviene con un’otturazione del colletto dentale senza ricorrere all’incisione chirurgica; il paziente non avverte alcun dolore.

 

Rischi della conservativa

La conservativa potrebbe presentare dei rischi nel caso in cui le superfici a cui ancorare il materiale fossero ridotte: in tale ipotesi è possibile il distacco dell’otturazione; la frattura invece è una possibilità verosimile nel caso in cui le pareti residue del dente fossero estremamente sottili.

Inoltre, se la carie è molto profonda, tanto da aver interessato la polpa, si potrebbe essere costretti alla devitalizzazione dell’elemento dentale. L’igiene orale è un momento importante della cura del dente interessato dalla conservativa. Il margine di chiusura dell’otturazione deve essere sempre costantemente pulito per evitare infiltrazioni.

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